La seppia sporca

Denominazione commerciale: Seppia sporca.
Nome scientifico: Sepia officinalis.
Metodo di produzione: Pescato.
Zona di cattura: Zona Fao 37.2.1. Mar Adriatico.
Attrezzi da pesca: Nasse e trappole, reti da traino.

Caratteristiche organolettiche: Categoria di freschezza Extra.
Colore: Carne di colore bianco madreperlaceo.
Odore: Caratteristico di alghe marine.
Sapore: Senza retrogusti anomali.
Consistenza: Molto soda e compatta.

Condizioni di conservazione: Conservare in frigo da 0°C a 4°C.

Consigli di cucina:
Per essere cucinata la seppia deve essere privata della sua conchiglia interna, dei grossi occhi e della sacca dell’inchiostro che viene poi utilizzata per ricette particolari. Gli esemplari di piccole dimensioni, che vengono definiti seppioline, entrano spesso a far parte dei fritti misti di pesce, oppure si preparano al forno o in umido seguendo diverse ricette regionali che le accompagnano ai piselli, ai peperoni o al pomodoro (seppie alla veneta). Le seppie di dimensioni medie sono perfette per essere cucinate ripiene e anche in questo caso ogni regione varia gli ingredienti della farcia, mentre i molluschi di grandi dimensioni, vengono solitamente tagliati a striscioline per entrare a far parte degli ingredienti di gustose zuppe di pesce o per preparare ragù di pesce. L’inchiostro della seppia, chiamato nero di seppia, viene invece utilizzato per insaporire e colorare primi piatti e sono celebri risotti, linguine, spaghetti, bavette al nero di seppia.

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Seppie sporche
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